Ti ho sognato, e come sempre non per mia volontà. Quando il cielo diventa un abisso di stelle, entri nella mia stanza senza bussare e inizi a giocherellare con quella mia ciocca di capelli. Non mi è rimasto nulla da farmi portar via, ti sei già preso tutto ciò che per me era importante: i miei sguardi al telefono in attesa di una tua chiamata, l’orgoglio nel sentirmi tua, ogni inizio di sorriso. Per cui ora mi siedo a terra, oscillo tra te e me, e lascerò che la mia testa scivoli all’indietro, come una marionetta senza una storia. Nel sogno pioveva. E sotto quell’ombrello il nostro mondo era una scheggia di terra e paura. La tua mano sulla mia spalla mi custodiva e allo stesso tempo già mi imprigionava. Poi la scommessa della pioggia con il sole: Chissà se resteranno vicini anche senza ombrello? Così è stato. Il sole ha albeggiato con ore di ritardo su di noi e ci ha visti per quello che eravamo. È incredibile come nei sogni le cose si sistemino subito: forse perché ci regaliamo quella forza che non abbiamo il coraggio di osare quando siamo svegli. La manica della tua giacca brillava di frammenti d’acqua ed il mio cuore aveva deciso che, suo malgrado, ti voleva. Ho cercato la tua mano e la tua mano ha reclamato il mio viso. I nostri sguardi si sono incastrati così, in quel viale alberato tra le foglie e uno spicchio di noi, in muta contemplazione di ciò che ci stava accadendo. Eravamo due avversari divenuti per un attimo un infantile scarabocchio d’amore. La gente ci guardava aspettandosi chissà cosa. In realtà le cose più strabilianti stavano accadendo solo dentro di noi ed erano invisibili a chiunque. Ma erano destinate ad evaporare presto, come una pozzanghera che riflette il cielo d’agosto. È passato quasi un anno e vagabondi ancora nei miei vuoti. Ed io lo so che tu sei una persona che il tempo ti scaraventa addosso, tra un pagina di calendario e l’altra. Quella sagoma indefinita in cui ti rifugi quando fuori è una bella giornata e tu hai novembre dentro. Ma in questo sogno inutile ho deciso di spodestarti dal mio cuore ed io ora mi sento libera di stracciare quel ricordo, perché siamo sempre stati una bozza incompiuta di un racconto mal scritto, la buona idea che non arriva mai, la frase sbagliata quando tenti invano di recuperare tutto. E finalmente sono sveglia mentre mi dico tutto questo.
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