A casa dei miei c’è un albero di Natale piccolino e una madre stufa. Stufa dei soliti vecchi addobbi che abbiamo da quando c’era ancora il muro di Berlino. Quindi mi ha chiesto di accompagnarla ad acquistarne di nuovi. Ne voleva di alternativi. Che poi bisogna capire cosa si intenda per “alternativo”quando si parla della festa più tradizionale dell’anno. Infatti, come volevasi dimostrare, siamo tornate a casa con palle spolverate d’oro e d’argento, cavallini a dondolo e stelle catadiottriche. Insomma, missione fallita. Ma eravamo comunque felici.
Mia madre me lo chiedeva da giorni, ma tutto questo è accaduto appena ieri, perché nei giorni precedenti ero troppo presa dall’organizzazione delle due presentazioni di “Mai meglio di così” qui a Trieste. Essendo la prima volta di qualsiasi cosa per me, sicuramente ci ho messo più tempo di quanto servisse. E poi ero disintegrata dalle incognite degli eventi. «Sarà arrivata l’e-mail alla libreria?», «E se quel giorno grandina?», «E se la gente mi odia?».
Insomma, emotivamente non è stato facile, ma l’ho fatto lo stesso. Perché la voglia di provare a far conoscere questa storia alla mia città era troppo forte. La settimana prima della “prima” alla Feltrinelli ho mangiato progressivamente sempre meno. E poi facevo i classici giochi temporali da ansiosi e mi dicevo: «Domani a quest’ora potrò dire che dopodomani c’è la presentazione!». Sì, lo so, non sono normale.
Però in ogni presentazione sono stata me, e questo mi è piaciuto. Ogni volta ho imparato cose diverse. Ad esempio nella prima ho imparato che la gente non mi odia. Nella seconda, che chi non ha potuto essere presente alla prima, era felice che ci fosse stata una seconda occasione. E non mi ha odiato nemmeno lì.
Questa è stata la mia Trieste, che per questo oggi amo ancora di più.
Ma c’è un altro lato della medaglia, che luccica in maniera tanto silenziosa quanto sfavillante. È l’affetto che mi arriva da tutti i non-triestini, dalla Sicilia ad Aosta. Da Genova a Udine. Sono tutte le persone che mi scrivono sul blog e in moltissimi modi mi stanno dicendo che sono felici di leggermi. Per una provinciale come me, sapere di avere amici sparsi sul territorio nazionale è qualcosa che va oltre la solita fantasia di essere la fidanzata di Giorgio Pasotti.
Sono persone che oltre a trovare qualcosa di loro stessi nelle storie che scrivo, vorrebbero anche trovare “Mai meglio di così” nelle loro librerie. Certo, c’è sempre internet. Dopo le prime due settimane di quasi esaurimento totale del romanzo, adesso è di nuovo reperibile su tutte le principali piattaforme di vendita. E questa è una bellissima notizia. Ma abbiate pazienza. È vero, siamo piccolini. Ma i nostri passi sono convinti e determinati. Stiamo cercando di andare lontano, anche nelle librerie delle altre città. Cosa si può fare quindi? Magari provare a chiedere se hanno “Mai meglio di così” ai librai di fiducia. Se cominciano a capire che il romanzo ha già qualche fan, potrebbero convincersi ad ordinarlo… sarebbe fantastico!
Vi abbraccio tutti e vi dico grazie per essere dei romantici sovversivi.
Romantici che sì amano l’Amore, ma non permettono che l’Amore non li ami altrettanto.
Alla prossima!
Images: mio fratello Max e cellulari sparsi e allegri!
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