Quando un single parla d’Amore

11 Ott 2020 | Mena-boh

Essere single non è poi così male.
Sia ben chiaro, non ho intenzione di fare pubblicità comparativa a ribasso rispetto al rapporto di coppia. Paolo e Francesca mi maledirebbero dall’Inferno e in questo 2020 è meglio non cercare rogne. Oggi però vorrei parlare dei single. Quelli che non dividono la loro vita con nessuno. Da anni. Per scelta loro. Per scelta altrui. Per scelta comunque, e non per destino.

Perché se fosse stato per loro, avrebbero già portato a casa il risultato all’ultima festa di Capodanno. Oppure al bar alle 8.10, quando hanno incontrato almeno un paio di volte la loro presunta anima gemella. E infine alla fermata della metro, quando vicino al cartellone pubblicitario della Calzedonia, hanno visto una lei o un lui a cui ogni tanto pensano ancora.

I single per destino sono quelli che “ci provano” (in tutti i sensi), ma le cose non vanno bene. Ripetutamente.

I motivi? Perché la persona non è quella giusta oppure perché la persona giusta non li vuole. Che poi queste sono tutte supposizioni:  chi può valutare in un lasso tempo di un paio di uscite, se quella che noi vediamo come una dea o un dio potrebbe essere la persona giusta? Questo dato ce lo fornisce il tempo. Lo stesso tempo che non ci concederemo mai con la controparte (o non ci verrà concesso), perché ad un certo punto bisogna decidere. Bisogna decidere per non ferire, perché abbiamo altre scelte in ballo, per non fare la parte dei bisognosi o anche solamente perché la settimana è fatta di 7 giorni e la vita ha una data di scadenza.

Ma essere single può essere bello quanto stare in coppia?

Secondo me può essere altrettanto soddisfacente quando si riesce a ricreare dentro di sè gli highlights di coppia. Momenti speciali da gestire – però – unilateralmente.
Cosa significa questo nel concreto?
Significa organizzare per la prima volta un viaggio in solitaria per accontentare finalmente la parte più curiosa di noi.  Vuol dire regalarsi un paio d’ore del mercoledì a fare ciò che ci rende unici per noi stessi in quel momento (slinguazzare un gelato con gli Smarties, leggere due pagine dell’ultimo libro di Alberto Angela, fare un ocho adelante perfetto durante una serata di tango). Quando sei single e fai le cose che ti permettono di dare vita agli anni che stai vivendo, allora stai vivendo davvero. Non sei in attesa di un evento o di una persona che ti doni vitalità emotiva, ma sei tu stesso/a a creare gli eventi che danno pieno senso a ciò che sei. E sei già tu stesso ad essere la persona che ti piacerebbe avere al tuo fianco, un giorno.
Ma lo sei fin da subito e sei quindi in confidenza con questo tipo di relazione. Perchè conosci lo standard che rende felice prima di tutto te stesso e non accetterai più di ricevere nulla di meno da chicchessia.

E quindi non si tratterà di solitudine, ma di potenziamento di ciò che sei già. Sarai tu stesso la tua occasione, la tua migliore chance. E quando ti innamorerai di una persona, amerai ancora di più quello che fino a quel momento sei stato. E se arriverà un “ti amo” da qualcuno, si aggiungerà solamente al tuo, che non avrà motivo di mettersi da parte. Ma starà lì a ricevere quello che ti meriti e a vegliare che tu sia felice come quando eri single. Se non di più.

Immagine: Karolina Grabowska

Le risorese dei single

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