Avrei potuto baciarlo Nicola, quella volta. Ci eravamo trovati vicini come la goccia che scivola sul bordo del lavandino. Lui mi aveva pure guardato nel modo in cui ti guarda uno che sa cos’è l’amore e capisce quando le tipe ci stanno. Alla fine però mi mancò il coraggio, forse perché sono nata e cresciuta femmina e mi hanno detto che queste cose è meglio che le facciano i ragazzi.
Avrei baciato Nicola perché mille volte l’avevo già fatto nella mia testa, nell’interno delle labbra e anche nella pancia. Nicola era tutto quello che mi faceva venir voglia di stare al mondo. Aveva gli occhi che ti frugavano dentro e poi ti lasciavano il disordine addosso. Al collo portava sempre quella catenina che gli aveva regalato sua nonna. «Prima di morire di dolori dei vecchi,» diceva lei. Aveva i capelli scombinati dalle pedalate in bicicletta Nicola, e quando ti passava accanto ti salutava con un cenno del mento e un sorriso pieno di cose che non ti avrebbe mai detto. Aveva un anno meno di me Nicola e questo rendeva strano il mio amore per lui. Era come se stessi rincorrendo un treno che andava all’indietro, mentre la vita mi spingeva nel senso opposto. Quel giorno non ci siamo baciati perché lui ha capito che io l’avrei fatto prima di lui. Mi ha guardato con gli occhi mogano scuro e poi, nel silenzio di un istante perso per sempre, ci siamo scusati a vicenda. Io per aver avuto un’idea che non è nata nella testa ma dal cuore, e lui per non averci pensato prima di me. E così la goccia è scivolata giù nel lavandino, senza di noi.
Questa è la storia di un bacio che non è mai esistito, e quando finisce dicembre io me lo ricordo ancora.
Immagine: Pixabay
I MESSAGGI MAI INVIATI
TEMPO DI LETTURA: 2 MINUTI A volte mi sono chiesta che fine facciano i messaggi mai inviati. Quelli che abbiamo scritto d’istinto, con la vita nelle dita, senza punti né virgole ma pieni zeppi di ciò che siamo veramente. Quante volte ci siamo ritrovati a scrivere...
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