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La romantica sovversiva è una donna che nasce e si evolve a tutti gli effetti in uno stato di attesa prolungata di una prima mossa maschile. Siccome la sua bisnonna attendeva il marito che tornasse dal fronte, anche lei si sente sospesa sul davanzale della cucina ad osservare l’orizzonte in attesa di un segnale di interesse maschile (a.D. 2020, ndr). Sul piano in legno, scorge pure l’alone circolare di una tazza appoggiata troppe volte. La romantica sovversiva dei giorni nostri attende la mossa giusta dell’uomo per cui lei fa il tifo. Lui è in gamba, esteticamente niente male, ma le piace soprattutto perchè sa stare al mondo. Al momento però resta nel suo di mondo, in cui la romantica sovversiva non è minimamente contemplata.
La romantica sovversiva mastica di continuo la speranza di un lieto fine, ma sua madre, sua nonna e le sue amiche (single e accoppiate, senza distinzione) le dicono di aspettare che sia lui a farsi avanti. Nel frattempo, passano le settimane, i mesi e lei non ha grandi occasioni di vederlo. Di incontralo. Figuriamoci parlargli e capire che tipo sia.
Lei non lo conosce bene, ma le appare così in gamba proprio perché questo uomo ne ha passate tante, in amicizia, sul lavoro e soprattutto in amore. Lui ha imparato quindi a dosare gli entusiasmi e le energie verso le cose che contano davvero. Che poi non sono propriamente “cose”, ma rapporti, relazioni, intersezioni umane con persone che la gerarchia temporale ha definito in qualche modo “affidabili”. Per un po’ di tempo, le donne sono state le grandi escluse delle sue giornate. Infatti lui è stranamente single da un bel po’.
Non perché lui non ami le donne o non venga da loro notato. Anzi. Si sente molto attratto dal genere femminile ed è anche piuttosto (silenziosamente) apprezzato, ma è quel genere di attrazione che negli anni passati ha prodotto parecchi attriti e troppe poche scintille. E poi come la società impone, ha preso l’iniziativa molte volte, ne conta almeno un centinaio da quando aveva 19 anni. E la statistica è stata spietata nel risultato.
Quindi, pur essendo per certi versi l’amante ideale, questo uomo non si sbilancia più. Nemmeno con le donne che gli interessano. A volte gli va bene così, altre volte no. Quando non gli va bene, preferisce comunque viversi un presente tranquillo, anziché rischiare l’abbrivio di un incontro che potrebbe stravolgere nel male (più raramente nel bene), il suo nuovo equilibrio. Una stasi perfetta, fatta di telefonate all’ultimo minuto col suo migliore amico e week-end dedicati al recupero dopo una settimana di lotte primitive al lavoro.
Nel frattempo la romantica sovversiva ha nella testa tante idee su di lui, ma se non gli parla nemmeno non può sapere se lui sia esattamente come lei s’immagina. Potrebbe anche idealizzarlo (come le era già accaduto a gennaio con quel tipo conosciuto a Capodanno) e allora sarebbe l’ennesimo spreco di tempo ed energie. Ma il fronte femminile, abituato all’attesa rinascimentale della prima mossa maschile, scoraggia ogni tentativo di intraprendenza della romantica sovversiva. Un po’ perché si è sempre fatto così, un po’ perché non sia mai che una donna si azzardi a fare la prima mossa: verrebbe sicuramente identificata come una donna facile. Il sogno romantico svanirebbe fin da subito, quindi non avrebbe nemmeno senso iniziare.
Infine, metti che le cose vadano bene e i due si piacciano da morire e si scoprano in una reciproca bellezza complementare… Sarebbe un precedente inammissibile, perché allora arriverebbe lo Sgarbi di turno a dire che le donne dovrebbero cambiare mentalità e magari sviluppare senso di intraprendenza.
La mossa “Zero” della romantica sovversiva
Mentre le amiche, la nonna e la mamma continuano a litigare (e a volte a sbuffare) nel gran consesso della delle donne in attesa, ecco che la romantica sovversiva si dilegua. Nessuno se n’è accorto, ma lei ha già preso il suo cellulare. Cerca il nome di lui in rubrica. Inizia a digitare sulla tastiera le prime parole. Scrive per la prima volta in vita sua e dal nulla, un messaggio ad un uomo. Lo saluta in modo simpatico e gli chiede se abbia voglia di uscire con lei, per fare una passeggiata assieme. Mentre le altre donne continuano ad aspettare la prima mossa dell’uomo, lei ha fatto invece la mossa “Zero” (quella precedente alla canonica “prima mossa” maschile) e nel farla, ha spiazzato addirittura se stessa.
Lui visualizza il messaggio, risponde dopo pochi minuti, il tempo di riprendersi dallo shock. È stata una bella sorpresa (mai accaduta una cosa simile da parte di una donna!) e non ha avuto dubbi nell’accettare questo invito. Usciranno domenica prossima. Forse si piaceranno, forse si annoieranno entrambi a morte. Questo noi non possiamo saperlo. Ma sarà comunque più interessante di stare lì a chiedersi se sia giusto o meno per una donna fare la mossa Zero con un uomo che le piace e che per motivi suoi, lei reputa di valore.
Perchè un uomo di 30-40-50 anni ha all’attivo un numero N di inviti andati a vuoto e può anche darsi che sia stufo, non dell’amore, ma di sentirsi dire “no grazie”. Perchè una donna di 30-40-50 anni ha all’attivo un numero N di attese vane di inviti maschili mai arrivati per i motivi sopra esposti e magari è stufa pure lei di dover sottostare a questo dogma dell’approccio. Quindi se la stanchezza e la demotivazione sono presenti da entrambe le parti, forse in qualche modo hanno ragione tutti e due.
Ok, ok tutto questo potrebbe essere un errore clamoroso.
Ma in quel caso, noi donne, non dovremmo fare altro che continuare la nostra vita come prima. E gli uomini pure.
In attesa della prossima mossa “Zero” di una donna fuori dagli schemi, che non mette più la sua vita, il suo tempo in mano a degli sconosciuti, anche se sembrano interessanti. E magari stavolta sì che arriva un bel lieto fine/inizio.
E voi cosa ne pensate delle romantiche sovversive? Siete d’accordo con questo metodo di approccio femminile?
A presto! 🙂
Virginia
Images: Pexels
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