Il giorno prima di conoscerti ho sognato poco e dormito male. Il collo storto, la testa nei bottoni della federa. Poi, per cercare di incoraggiare la mia mattina, ho fatto colazione. Ho preparato il tè e ho appoggiato la bustina sul bordo del piattino: sgocciolava malinconia ai frutti di bosco. Una goccia è finita sulla tovaglia. Quella sovversiva si è dilatata all’istante e ha preso una forma tutta sua. Sembrava una scarpa, ma una scarpa lunga lunga come quella dei clown. Allora ho pensato che odio il circo. Tu invece che cosa hai mangiato quella mattina?
Poi sono uscita. In macchina ho messo il cd con la canzone di Cremonini. Sempre quella. Io che la rimando indietro quando stimo che finisca prima del parcheggio nella via coi marciapiedi bassi. Tu a che ora sei andato a lavorare quel giorno?
Questo è stato un autunno senza pioggia. A volte fa freddo. Altri giorni il berretto conficcato nella tasca ti dà noia. Nel pomeriggio è venuto a casa il tecnico della caldaia per il controllo annuale. Non so mai che carte debba rilasciarmi alla fine. Ho paura di sbagliare e che lui capisca che non ci so fare. Nessuno che sia venuto a controllare te e me?
Il giorno prima di incontrarti è stato l’ultimo giorno mio. Quando sono tornata a casa ho disarcionato le scarpe nello sgabuzzino; lì accanto, quegli stivali che non stanno dritti mai. Ho inforcato le ciabatte imbottite di pile, e questo mi ha ricordato che l’estate è ancora lontana. Avevo addosso gli slip con le stelline. Quando li ho comprati mi ricordavano la pastina in brodo. Eppure mi piacciono, perché non mi fanno troppe domande su di te. Chissà se a te piace la pastina in brodo. Ancora non te l’ho chiesto.
Il giorno prima di incontrarti non è successo nulla di particolare. Ero sempre io. Ma senza il tuo nome e quelle dita che spostano i miei capelli.
Images: Pixabay
0 Comments