Settembre, tempo di banchi e campanelle di ottone squillanti.
Ricordo che a scuola da fanciulli, noi si studiava il latino e i suoi vari casi-complemento. Nella vita da adulti invece, ci è capitato di incontrare vari casi-umani-sociali. Mi sono chiesta allora se ci sia un parallelismo, una sorta di legame, tra i “casi umani” e i “casi complemento” che abbiamo studiato sul libro di grammatica. Ho provato così ad analizzare i vari complementi dell’analisi logica, per verificare se ci sia un corrispettivo che ci aiuti ad interpretare i tratti comportamentali degli esseri umani e ricavarne una sorta di sintassi dell’atteggiamento in ambito socio-affettivo.
Ecco il risultato del mio studio:
Caso umano NOMINATIVO: esprime la piena funzione del soggetto. Fa (e soprattutto sa) tutto lui.
Esempio linguistico/comportamentale: “Io sono un uomo fedele”
Variante: soggetto sottointeso. Esempio: “Lo so (io), ho sbagliato a tradirti”.
Caso umano GENITIVO. Caso talmente celebre che Zucchero Fornaciari lo citò nelle sue canzoni (“Per colpa di chi chi chi chi chichirichichi!?”). Risponde infatti alla domanda “Di chi? Di che cosa?”.
Esempio linguistico/comportamentale: “Credimi amore, quel capello liscio e biondo che hai trovato sul sedile della Yaris è del mio collega Giuseppe!”
Caso umano DATIVO. Caso di attribuzione di sentimento-azione ad altrui persona. Risponde alla domanda “A chi? A che cosa?”
Esempio linguistico/comportamentale: “È vero, stavo con lei, ma pensavo a te!”
Caso umano ACCUSATIVO. Caso che nell’analisi logica tecnicamente non accusa nessuno, ma nella vita ti fa accusare il colpo di una fantasiosa idiozia.
Risponde alla domanda “Chi? Che cosa?”
Esempio linguistico/comportamentale: “Amore, ti ho tradito, ma ti amo!”
Caso umano VOCATIVO. Caso che raramente invoca la grazia di una musa greca e più di frequente si appella ad un aiuto extraterreno in casi di distrazioni extraconiugali.
Esempio linguistico/comportamentale: “Oh mio Dio, c’è mia moglie, non dire niente, parlo io!”
Caso umano ABLATIVO: Caso che nel latino abbraccia una pluralità di situazioni sintattiche. A titolo esemplificativo portiamo il caso del complemento di fine o scopo (…). Risponde alla domanda “Per quale fine?”
Esempio linguistico/comportamentale: “L’ho fatto per non lasciarti e per tenere unita la nostra famiglia!”.
A onor del vero, quest’ultima frase sconfina nell’analisi del periodo. Infatti aprirà un periodo non particolarmente florido per quanto riguarda il maschio in questione.
Ovviamente il tutto può essere declinato anche al femminile, ma le dinamiche sintattiche cambiano totalmente, e quindi meritano un’analisi differente ed un periodo di studio ulteriore al quale mi dedicherò dopo aver innaffiato le piante sul balcone.
Nel frattempo buon anno scolastico a tutti, anche a Giuseppe!
Images: Pixabay
0 Comments