Ho capito da subito che non avevo possibilità con uno come te.
Non tanto perché mi sentissi meno attraente di te o troppo sulle mie. Quando ti ho conosciuto ho pensato che fossi una delle cose più belle che avessi mai visto. Sia chiaro, non sono mai stata una che si commuove smisuratamente di fronte alla bellezza esteriore di un uomo. Ma la tua era proprio quel tipo di bellezza che si lega ad un buon profumo e fa il nodo stretto ad un sorriso sexy. Come se non bastasse avevi pure l’aggravante dell’intelligenza umile. Ho capito allora a quale tipologia appartenevi. Eri quel tipo di uomo che a intervalli regolari ha addosso occhi femminili ricamati dal rimmel nero. Depredavi tanto il desiderio di ragazze in sessione d’esame all’università, quanto quello delle madri con i passeggini di ultima generazione.
Ero spacciata. Ma stare assieme agli altri poteva essere un buon deterrente al mio desiderio di intravederti nel fondale dei miei sabato sera. Così ho iniziato ad allontanarmi da te e a guardarmi da fuori. Allora mi vedevo sorridere al tuo amico e ogni tanto dedicarmi a gesti inutili, come muovere a caso il pollice sullo schermo del mio cellulare. Ero nervosa, e lo sapevo. Il mio profilo era quello di un bicchiere bagnato che lasciava il segno lì dove si appoggiava. Non riuscivo a tenere in incognito la mia voglia di te. Ero diventata una scocciatura per me stessa. A volte lo sentivo il tuo sguardo addosso; mi faceva perdere il filo del discorso con gli altri. Ma in quella perdita guadagnavo una decina di battiti di cuore.
Che mi stava succedendo? Non avevo detto che non volevo nemmeno illudermi di potermela giocare con uno come te? Se fossi riuscita a squalificarmi ignorando la forma delle tue spalle salde, allora magari avrei potuto tentare di diventare semplicemente una tua amica.
Ma con te non è per niente semplice essere solo un’amica. Perché è come mettersi a bordo campo, ad osservare una partita in cui non fai il tifo per nessuno.
Quindi eccomi qui, a truccarmi in vista dell’ennesimo sabato sera: specchio, rimmel, gocce d’acqua nel lavandino. E come al solito, un bel paio di bugie a me stessa.
Images: Pixabay
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