Giulia coccolava con lo sguardo quel ricamo di tulle bianco.
In questo modo, sapeva che non l’avrebbe di certo sgualcito. Sul comodino la loro foto in Val di Fassa li vedeva sorridenti in quei giacconi col cappuccio di pelliccia. Fabio era di profilo, e il suo mento presidiava il capo della sua fidanzata. Lei invece acchiappava il lembo di quel cappuccio per fermarlo proprio sulla fronte.
Nevicava. E i loro pensieri fuggivano dalle loro bocche in uno sbuffo di freddo.
Il loro era un fidanzamento iniziato a trent’anni suonati. Si erano conosciuti al classico corso si salsa cubana dedicato ai cuori solitari rimasti fuori dalla giostra dei fidanzamenti del liceo.
Fabio lavorava come meccanico in un’officina in periferia, accanto a quei discount con l’insegna monolitica e i condomini popolari con le facciate color senape crepate negli angoli.
Giulia faceva la commessa in una lavanderia in centro città e ogni giorno ritirava chili di camicie da stirare e cappotti da lavare a secco. A metà mattina, amava bere il caffè bollente con poco zucchero.
Dopo un anno e mezzo di messaggi, tramonti e letti sfatti, decisero di sposarsi. Le pubblicazioni di nozze furono il punto fermo della loro lunga frase in corsivo.
Giulia credeva nel destino e voleva sentirselo dire anche da chi, col futuro, ci lavorava proprio. Andò allora da questa cartomante con la serenità di chi ha già la soluzione dell’enigma. Perché il velo appeso all’anta dell’armadio e il set di lenzuola e tovaglie che sonnecchiavano negli scatoloni sistemati nel corridoio, la rassicuravano su ciò che sarebbe diventata la sua vita nel prossimo futuro. Non disse nulla a Fabio perché di certo le avrebbe detto che era una cavolata e allora decise di fare quella cavolata da sola.
Arrivò con un po’ di anticipo e siccome doveva farsi leggere il futuro, lo vide come un gesto azzeccato. Quando giunse il suo turno, la veggente la chiamò. La stanza era tiepida e aveva un odore di domande ricorrenti e tende pesanti. Si sederono una di fronte all’altra. Quella donna dimostrava circa sessant’anni e aveva capelli fini legati a mezzo collo. Le sue mani dovevano essere indubbiamente un elemento interessante per gli occasionali avventori di quei luoghi. Ma non erano nodose e consumate come da sempre proponeva l’immaginario collettivo delle fiabe. Erano affusolate e bianche, con unghie curate e un semplice anello di oro bianco all’anulare. Sembrava una strega moderna, una di quelle che puoi incontrare in fila in banca o dal dentista.
– Cosa vuoi sapere? – la sua voce era trasparente, senza inflessione di giudizio.
– Sto per sposarmi. Vorrei sapere come andrà.
– Non ti sembra una domanda pericolosa?
– Non credo… lo è?
– Per una donna innamorata sì.
– Ma io voglio sapere.
Mescolò allora i tarocchi con gesti asciutti e precisi. Giulia tagliò il mazzo, e per un attimo concentrò il suo sguardo sulla metà sollevata. Stava forse cercando lì dentro il suo 2019, 2020, 2021? La cartomante allora cominciò ad apparecchiare il suo destino sul tavolo.
Undici figure dal sapore medievale dichiararono la loro presenza su quel panno rosso.
Prima di parlare, la cartomante fece un respiro. Giulia allora trattenne il fiato.
Le disse che il suo amore l’avrebbe resa felice e che fra quattro anni avrebbe avuto un bambino. Giulia non stava più nella gioia. Avrebbe voluto diventare mamma un po’ prima, ma l’importante era che non si fosse sbagliata sui suoi presentimenti.
Sorrideva quindi, col sorriso di chi si compiace di aver puntato sul cavallo giusto. E mentre pagava, era come se stesse incassando la vincita della sua scommessa. Poi se ne andò.
La cartomante rimase nella sua stanza. Giulia era l’ultima cliente di quella giornata e quindi, una volta da sola, si concesse la completa verità di quella storia. Lo faceva spesso. Era vero che Giulia sarebbe stata felice col suo amore e che sarebbe diventata madre. Ma non con Fabio, bensì con Gianluca che un giorno, vedendola in lavanderia, le avrebbe prima portato un caffè bollente con poco zucchero, e poi lasciato un bigliettino nel suo cappotto da pulire. Non le disse che quell’uomo l’avrebbe corteggiata con una devozione di altri tempi. Fabio nel frattempo l’avrebbe tradita più volte con una donna conosciuta in chat. Giulia lo avrebbe lasciato quando si accorse di aspettare un bambino da Gianluca. E questo è quanto.
Ma la vita è fatta di futuro, e nessuno dovrebbe mai dirci tutto quello che ci aspetta.
Perché tanto ci aspetta comunque.
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grande maestra!
Come ha già cpmmentato Alessandro “ti stronchi ma ti lasci con la speranza”. bravissima !!
Aurore, la speranza tira le cuoia sempre per ultima!! Abbraccio 🙂
“Chi mi ha fatto le carte, mi ha chiamato vincente. Ma è uno zingaro, un trucco…”
Vero, Virginia, il futuro ci aspetta e ci “trova”, quando è il suo momento di entrare in scena.
Personalmente, non avrei fatto la scelta di Giulia. Anch’io, come te, adoro le sorprese.
A parte questo…Complimenti!
Quindi non saresti andato dalla cartomante? Adesso che ci penso, nemmeno io! 😉
Piaciuto come alla fine ti stronchi ma ti lasci con la speranza. E’ un po’ come se la vita dopo averti preso a cazzotti con il livore di Mike Tyson ti tirasse su, ti sorridesse e ti dicesse: “Tranquillo. Andrà tutto ok.” Un altro centro Virginia. Complimenti.
Grazie Alessandro, c’è sempre una parte della vita che ci resterà ignota. E a me piace tutto questo, perchè adoro le sorprese.
Ho un groppo in gola…
Non dirlo a me Lucia! 🙁
Cara Virgi…mi hai emozionato…come sempre..
Patty
Grazie Patty, sei un tesoro, sempre affezionata a queste pagine! 🙂